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Sei in /Rubriche/La Locandina/LA LOCANDINA 2013/2^ Domenica di Quaresima 2013 (anno C)

Il tema della Trasfigurazione non come metamorfosi esteriore

LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - Nella 2^ domenica di Quaresima affiora il grande tema della trasfigurazione. Non si tratta di pura metamorfosi esteriore, come succede talvolta nelle narrazioni mitologiche antiche e recenti. Ma di un processo che fa parte di un cammino, o meglio, di un "esodo". L'esodo, di cui Mosè ed Elia parlano nel Vangelo di oggi, è l'ultimo tratto di strada di Gesù su questa nostra terra, mentre l'esodo che compiamo noi è innanzi tutto conversione come trasmutazione, nel senso di un mutamento del cuore e dei pensieri, della prassi e delle opere. È però contemporaneamente anche trasformazione esistenziale. Nel senso che è una ricollocazione della propria vita secondo nuovi punti di riferimento. Quali? Quelli che ci ricorda Paolo nella sua lettera ai Filippesi: «La nostra cittadinanza infatti è nei cieli». Ciò significa non solo prendere sul serio la cittadinanza "celeste" come destinazione finale della nostra esistenza. Significa anche agire in conformità con i suoi "valori". Quali sono? Gli stessi che Gesù, presso il monte della trasfigurazione, aveva indicato come gli irrinunciabili valori del Regno di Dio: la povertà, il perdono, la trasparenza, la costruzione della pace. Insomma le beatitudini.

PREGHIERA
Sembra assopito nel silenzio e nel ricordo
il casolare custodito tra le fronde.
Anche qui viveva una famiglia,
nei tempi che furono, quando ancora
l'acqua potabile era quella caduta dal cielo,
che la cisterna manteneva fresca e pulita,
e il cibo era quello giorno per giorno offerto dalla terra
e dagli animali che qui intorno pascolavano...
Sul pendio di un monte, simile a quello
dove tu manifestasti la gloria della tua povertà,
tutto richiama una precarietà dignitosa.
Precarietà che è anche preghiera,
perché tutta s'affida al Tuo ascolto, o Gesù,
l'ascolto nell'esodo da questo mondo
verso quello appena intravisto, forse in un lampo,
tra queste foglie di leccio sempreverdi,
parimenti a una memoria che oggi s'accende di futuro. (GM/24/02/13)

Filippesi (3,17- 4,1) - Fratelli, fatevi insieme miei imitatori e guardate quelli che si comportano secondo l'esempio che avete in noi. Perché molti - ve l'ho già detto più volte e ora, con le lacrime agli occhi, ve lo ripeto - si comportano da nemici della croce di Cristo. La loro sorte finale sarà la perdizione, il ventre è il loro dio. Si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi e non pensano che alle cose della terra. La nostra cittadinanza infatti è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose. Perciò, fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia corona, rimanete in questo modo saldi nel Signore, carissimi!

Vangelo secondo Luca (9,28-36) - In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All'entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo!». Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

24/02/2013
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